22 Aprile 2015

Qualcuno, avendo appreso la notizia dell’approvazione della legge che introduce il divorzio breve, potrebbe pensare che questo Parlamento qualche legge nuova in tempi rapidi è riuscito ad approvarla. Altri riuscirebbero perfino a credere che la legge sul divorzio breve sia dovuta all’iniziativa di questo Governo.

Sia gli uni che gli altri sbaglierebbero di grosso: i primi perché non riflettono abbastanza sul fatto che si sta parlando del divorzio breve da molti anni, molto prima dell’inizio di questa legislatura e i tempi di approvazione di tale legge sono stati veramente lunghi.

I secondi sbaglierebbero a pensare che tale legge sia frutto di questo Governo, che invece è riuscito a far approvare in materia di famiglia una delle leggi più inutili quale quella sulla negoziazione assistita.

In ogni caso il divorzio breve è riuscito il giorno 22 aprile a diventare legge, con  una larga maggioranza alla Camera (398 si, 28 no e 6 astenuti).

Non più tre anni, come prima, quindi, occorrono fra la separazione e il divorzio, bensì 6 mesi in caso di separazione consensuale e 12 mesi in caso di separazione giudiziale. Tali termini decorrono dalla comparizione dei coniugi innanzi al Presidente del Tribunale. Altre novità sono che la nuova legge è applicabile anche per i procedimenti in corso è che la comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati, nel caso di separazione giudiziale, ovvero nel momento in cui viene sottoscritta la separazione consensuale.

Non sono mancate le critiche a tale legge sollevate sia da una parte del mondo politico sia di quello cattolico, che hanno sottolineato con differenti parole come tale legge costituisca un attacco all’istituzione della famiglia, soprattutto quando vi sono i figli.

Queste considerazioni, però, non trovano d’accordo i cosiddetti “europeisti”, i quali sostengono sempre che il nostro Paese è indietro rispetto al resto d’Europa. Agli europeisti però vorremmo ricordare che noi siamo indietro rispetto al resto d’Europa su tanti temi e tante leggi e che l’Europa stessa ci sanziona spesso per i nostri processi troppo lunghi e per gli errori giudiziari commessi dal nostro Paese.

E poi un’altra questione viene in mente, analizzando la nuova legge sul divorzio breve: se tre anni fra la separazione e il divorzio erano effettivamente troppo lunghi, è necessario arrivare a parlare perfino del “divorzio lampo”, come è stato fatto da parte di alcuni (proposta per fortuna bocciata), che avrebbe cancellato perfino la separazione? In effetti è tipico del nostro Paese non trovare mai le mezze misure.

In conclusione, ci domandiamo comunque una cosa: perchè altri leggi molto più utili non vengono approvate in Italia (si pensi, ad esempio, alle attuali norme sull’affidamento condiviso che andrebbero modificate in modo da realizzare quella bigenitorialità tanto auspicata e mai realizzata)?